SUMMER OPEN SEA KAYAK EXPEDITION...

... un altro lungo viaggio in Grecia...
prima le coste occidentali delle Isole Ioniche... quelle che più ci sono piaciute nei viaggi precedenti, e poi il periplo del Peloponneso.
Per noi è un viaggio aperto, sia per il tempo a disposizione che per altri kayaker che si vorranno unire a noi.
Partiremo ai primi di maggio e contiamo di finire entro settembre. Controllando la posizione che regolarmente pubblicheremo
sul blog e su Facebook, sarà possibile raggiungerci in ogni momento per far parte della squadra.
Tatiana e Mauro


Please use the translator on the left.
We're paddling most of the day and we don't have enough time to translate every single post...
We're confident you understand our position!

Le nostre pagine Facebook: Tatiana Cappucci - Mauro Ferro
_____________________________________________________________________________________________________

sabato 5 agosto 2017

Gli imprevisti del viaggio...

Mercoledì 2 agosto 2017 - 80° giorno di viaggio
Paralia Karathonas, Nafplio (0 km)
Vento NE 18-20 nodi (F5) - mare mosso - 33°C
Abbiamo sospeso il viaggio per una settimana.
Siamo andati in Scozia a salutare il nostro amico Henry.
Dopo cinque giorni e cinque aerei siamo tornati in Grecia.
Saltellando ad ovest e ad est, abbiamo impiegato 12 ore all'andata via Marsiglia ed Amsterdam e 8 ore al ritorno con uno scalo intermedio da Glasgow ad Atene, i due estremi di una Europa Unita che si può (ancora!) girare in lungo ed in largo con la sola carta di identità, senza bisogno di visti o passaporti che avrebbero altrimenti reso impossibile la nostra ultima visita a Henry!
Al rientro ci siamo concessi un giorno di assoluto riposo per rimettere in ordine sia la confusione impolverata nei gavoni dei kayak che le emozioni contrastanti nella nostra testa.
E' stata una trasferta imprevista che ci ha un po' provato: lo sbalzo di temperatura da 42°C a 13°C non ci ha trovati impreparati perchè avevamo indossato tutto quello che avevamo stivato in kayak per l'inizio primaverile del viaggio; la variazione della cucina dai piatti saporiti greci a quelli inodori-insapori-incolori del nord Europa non ci ha stupito più di tanto e al centro di Glasgow era in corso un evento culinario che ci ha permesso di mangiare gyros greci quasi tutti i giorni; quello che più ci è mancato è stato il sole, perchè lassù abbiamo trovato solo nuvole e pioggia!
I nostri amici greci hanno reso possibile quel che all'inizio sembrava impossibile: organizzare ogni cosa in appena due ore.
Senza il loro aiuto avremmo di certo impiegato molto più tempo, il che avrebbe significato, per noi e per Henry, non arrivare in tempo!
Stavros di Cannibal Kayak House ci ha messo in contatto con Alex di Panexpedition, presso la cui sede nautica sulla spiaggia di Karathonas nei presi della cittadina di Nafplio abbiamo lasciato i nostri due kayak. Savas e Panos, i soci di Alex, si sono presi cura di noi sin dal primo momento, come fossimo dei grandi amici di vecchia data, e ci hanno accompagnato in auto a prendere l'autobus da Nafplio ad Atene. Manolis di Oceanus Kayaking ci ha fatto da balia nella capitale, aspettandoci alla stazione centrale, accompagnandoci in aeroporto e ospitandoci per la notte sia all'andata che al ritorno. In Scozia Hamish, il figlio di Herny, ci ha trattato come due di famiglia, accogliendoci in casa e cedendoci la sua stanza da letto per l'intera nostra permanenza.
A rendere più lieve questo triste momento è intervenuta la coincidenza di una festa in spiaggia sia la sera della nostra partenza che la notte del nostro rientro, con tanto di barbeque e di tsipouro a volontà, oltre ad una cena in paese in compagnia di tutti i ragazzi di Panexpedition e anche un inusuale vento da Nord-Est che da giorni batte il golfo di Nafplio, solitamente invece interessato da venti di Sud-Ovest, come a volerci rendere più facile la ripresa del viaggio...

Con i ragazzi di Panexpedition: Panos, Vasas ed il cane Luna e Alexis!
Il campo nella cala di Kryoneri...
Le montagne di velluto!

Giovedì 3 agosto 2017 - 81° di viaggio
Paralia Karathonas - Kryoneri (30 km)
Vento NE 12-15 nodi (F4) - mare mosso - 35°C
La nostra tenda viene avvolta da due dj-set: due musiche diverse da due diverse direzioni che riecheggiano in controtempo fino alle sei del mattino, quando suona la sveglia. Troppo presto, per la voglia di sonno che c'è rimasta attaccata addosso! Ma Alexis ci ha invitato a partecipare alla sua escursione guidata al forte di Burgi, uno dei tre castelli fortificati che rendono unica la cittadina di Nafplio, e noi vogliamo arrivare puntali all'incontro, che però viene annullato perchè i clienti francesi si sono dati ammalati!
Ci mettiamo parecchio a riprenderci dalla notte insonne e a deciderci a salutare i nostri nuovi amici, i tre ragazzi di Panexpedition così allegri, motivati ed appassionati con cui abbiamo trascorso lunghe giornate indimenticabili. Se passate da queste parte non perdete l'occasione di uscire in kayak con loro!
Non vorremmo separarci così presto ma il vento ci chiama.
Ringraziamo Alex, Savas e Panos per la milionesima volta per la disponibilità e per l'ospitalità, ma soprattutto per l'accoglienza calorosa che ha contribuito a rendere questo nostro prolungato soggiorno un po' meno malinconico. Ci sbracciamo nei saluti per altri dieci minuti, loro dalla battigia e noi dal kayak, e ci separiamo dopo un ultimo rolling di commiato, eseguito nell'acqua bassa e calda della baia quando ormai era convinta di non sapere più come si fanno le capriole su un kayak carico da viaggio.
Siamo soli in mare.
I chilometri volano nel vento.
Seguiamo le onde incoronate di ochette bianche e recuperiamo energie...
Le grandi vallate verdi che si insinuano nell'entroterra ci fanno subito capire che stiamo entrando in una nuova regione: la seconda penisola del Peloponneso, quella chiamata Monemvasia dal nome della famosa roccaforte affacciata sul mare a quattro-cinque giorni di navigazione verso sud, si preannuncia diversa ed interessante, anche se le cime delle montagne sono sempre sormontate da lunghe file di pale eoliche.
Il mare ci spinge fuori dal golfo di Nafplio.
In quattro ore esatte copriamo la tappa giornaliera, senza fare mai una sosta.
Abbiamo fame di mare.
Non parliamo tra noi, così emozionati di essere di nuovo in kayak, e solo all'arrivo ci chiediamo cosa stia facendo la bettolina dell'acqua che entra nella nostra stessa baia e attracca proprio davanti alla nostra caletta. Il motore della pompa per caricare l'acqua e per riempire gli enormi serbatoi prende a far vibrare la spiaggia ma ci guardiamo sorridenti perchè in confronto alla musica assordante della notte precedente questo rumore di sottofondo diventa presto una morbida ninna nanna che ci accompagna nel sonno.
Per la prima volta da giorni andiamo a dormire prima delle dieci di sera, tanto che per scrivere il diario di viaggio non devo neanche accendere la luce frontale. Non appena sprofondiamo la testa nel cuscino, il motore della bettolina smette di lavorare e la notte si riempie della risacca del mare.


Venerdì 4 agosto 2017 - 82° giorno di viaggio
Kryoneri - Akrotiri Bournia (33 km)
Vento variabile - mare calmo - 38°C
Una seconda bettolina attracca nella "nostra" baia non appena la prima molla gli ormeggi.
Ci godiamo le varie manovre mentre facciamo colazione in riva al mare, sotto un sole impietoso sin dalla sette del mattino.
Partiamo presto e facciamo più soste, la seconda nell'unica taverna del porticciolo di Sambatiki, all'ombra fresca di una vite rampicante che ha ricoperto tutta la veranda. C'è poco da fare: il sapore dei pomodori greci è insuperabile!
La mattinata corre via tranquilla, col vento che soffia deciso da nord per un paio d'ore, prendendoci alle spalle e spingendoci veloci verso sud. Poi il vento cala all'improvviso e l'intero golfo dell'Argolide ricade in una statica calura agostana. Quando ci rimettiamo in kayak dopo il pranzetto veloce, il vento riprende a soffiare, stavolta però in direzione contraria, rendendo lento e faticoso il nostro procedere silenzioso.
Viviamo ancora sentimenti contrastanti, contenti di essere tornati a pagaiare e malinconici per l'assenza di Henry...
Siamo certi che, come sempre accade, presto o tardi il kayak ci aiuterà a curare le ferite!
Pagaiamo al largo dell'ampio golfo di Poulithron per essere sicuri di non incappare nei rumori molesti provenienti dalle spiagge attrezzate. Ci sono altre belle vallate ampie e coltivate che si alternano alle montagne tondeggianti che si spingono fino al mare. Ad un certo punto, però, le stesse montagne si ricoprono di una vegetazione così fitta che sembra siano state coperte con dei lenzuoli di velluto verde, come quando si ricoprono i mobili per non fare depositare la polvere. Sembrano colline di glassa al pistacchio: ci è tornata la fame, ci infiliamo nella prima caletta e sbarchiamo giusto in tempo per ingaggiare una lunga e snervante battaglia con le vespe del posto. Mi ritiro in tenda per mangiare e per scrivere mentre Mauro affronta impavido la compagnia ronzante di queste vespe tediose sempre in cerca d'acqua dolce. Per il resto, la spiaggia è tutta nostra e lo diventa davvero al calar del sole, quando anche le vespe scompaiono dalla circolazione e la luna crescente fa capolino tra la macchia mediterranea.

 
Lo sbarco nel porticciolo di Kyparisi

Sabato 5 agosto 2017 - 83° giorno di viaggio
Akrotiri Bournia - Kyparisi (20 km)
Vento variabile - mare calmo - 40°C
La triade armata di vespe, mosche e zanzare ci costringe a smontare il campo in fretta e furia.
Il caldo diventa appiccicoso ed asfissiante, se non si alza almeno una bava di vento rischiamo di squagliarci di sudore.
Appena mettiamo la prua fuori dalla baia, troviamo una leggera brezza da nord che ci fa ben sperare: procediamo spediti verso sud ma ben presto capiamo che se vogliamo sopravvivere dobbiamo passare più tempo a bagnarci che non a pagaiare.
Il mare come ieri si spiana pian piano, ma prima di diventare una tavola blu ci concede un paio d'ore per sfruttare le onde che come noi corrono verso sud. Rispetto a ieri sono onde più nervose, dalla trama irregolare e dalla sequenza ravvicinata: non ci si può rilassare, a pagaiarci sopra, bisogna concentrarsi sul tempo che tengono perchè ogni poche battute cambia il ritmo.
Approfittiamo di una baietta incassata tra le montagne vellutate per sbarcare, fare una sosta e concederci uno shampoo (aspettiamo visite, nei prossimi giorni: meglio farsi belli!).
Riprendiamo la navigazione poco prima che il vento, proprio come ieri, decida di cambiare direzione e di ostacolare la nostra già lenta avanzata.
La costa in questo tratto orientale della penisola di Monemvasia è molto frastagliata e le montagne ricoperte di questa fitta macchia mediterranea così simile al velluto si alzano ancor di più verso il cielo, si liberano delle pale eoliche e si caricano di picchi rocciosi rosati e puntuti. Le lingue di roccia che si allungano in mare sono di pietra lavica nera e variegata, tra gli scogli sull'acqua scorgiamo strane figure antropomorfe e finalmente Mauro trova l'ispirazione per fare una foto sotto una parete verticale rossastra e ricca di intarsi fantasiosi. Il mare è profondo e scuro, il riflesso della luce sull'acqua non ci permette di osservare il fondale e solo quando siamo a pochi metri dalla riva il sole illumina le spugne ed i ricci che riempiono le scogliere sommerse. Ad un tratto, poco oltre un capo roccioso, la strada costiera incide una profonda cicatrice bianca e rossa lungo la costa verdeggiante: sembra una ferita molto recente, a giudicare dalla terra rossa ammassata lungo la carreggiata che corre a zig-zag attorno alla montagna di velluto. Ci ricorda una chiusura lampo, una cerniera che congiunge terra e mare ma che ha aperto la montagna per raggiungere luoghi altrimenti irraggiungibili... Comunque, a parte la strada, non ci sono altri segni di (in)civiltà, niente alberghi o palazzi o case sul mare.
Io continuo a canticchiare la canzoncina di Henry: "I'm going down to the sea, my kayak and paddle and me...". Ma forse l'ho sempre fatto, durante un viaggio in kayak, perchè è proprio la sua giusta colonna sonora.
Oggi scegliamo una tappa breve per aggiornare il blog e dopo una serie di manovre tattiche per sbarcare coi nostri due piccoli panfili sullo scivolo di alaggio del porticciolo di Kyparisi ci ritiriamo in taverna, una grande terrazza affacciata sul golfo che offre un'ampia visuale tra terra e mare.
Abbiamo adocchiato un spazio in ombra accanto alla chiesetta sul molo e speriamo di dormire oltre le sette del mattino!

Nessun commento :

Posta un commento